Dopo la mobilitazione dei comitati cittadini per sua bonifica e la semi-vittoria, al secondo posto del podio, come luogo del cuore del Fondo per l’ambiente italiano (Fai), il Fiume Oreto ha un istituto che fa rete tra amministrazione pubblica e associazioni ambientaliste per la sua riqualifica. È stato firmato lo scorso novembre, dai tre comuni di Palermo, Altofonte e Monreale, un contratto di fiume per l’Oreto, con la supervisione della Regione Sicilia e in testa l’assessore al Territorio Salvatore Cordaro. Un protocollo d’intesa che sarà definito entro la fine di maggio, assieme alle associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente Sicilia, e che prevedrà un programma di attività da parte dei singoli comuni per la riqualifica del fiume cittadino.
E in attesa dell’arrivo dei 65mila euro dal Fai, il Comune di Palermo ha già approvato 6milioni e 700mila euro di fondi da destinare alla bonifica e al recupero dell’Oreto, nell’intero tratto che va dal Ponte Corleone alla foce. Tra le prime iniziative proposte dal comune, in accordo con il ministero della Giustizia, l’impiego di trenta detenuti dell’Ucciardone per la bonifica del fiume, divenuto ormai una discarica a cielo aperto.
“Dopo l’attenzione mediatica del Fai si è creata una consapevolezza – dice Paolo Caracausi, presidente della commissione Ambiente del Comune – stiamo lavorando da mesi per arrivare a una progettazione condivisa e che abbia effetti reali. Il contratto, ancora una bozza preliminare, è stato firmato dalle amministrazioni comunali, ma entro la fine del mese definiremo i dettagli con tutti i soggetti, prime fra tutte le associazioni. Vogliamo finire prima dell’arrivo degli esperti del Fai, previsto per fine maggio”.
“L’Oreto ha animato in tutti questi anni un movimento dal basso che è anche segno di cittadinanza partecipativa – dice Francesco Liotti, di Legambiente – siamo felici di aderire a questo nuovo istituto che speriamo si concretizzi presto”.
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