Stanno partendo in questi giorni, diretti a tutti i penitenziari italiani che ospitano esperienze di teatro in carcere, gli inviti a partecipare alla selezione per la Quinta edizione della Rassegna Nazionale di Teatro in Carcere “Destini incrociati”, in programma dal 13 al 15 dicembre a Firenze e Lastra a Signa. La Rassegna si inquadra nell’ambito dell’omonimo Progetto Nazionale di Teatro in Carcere realizzato per il triennio 2018-2020 con il contributo del ministero dei Beni e Attività culturali, Direzione generale Spettacolo, e in collaborazione con il ministero della Giustizia, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità e l’Università RomaTre.
“Il progetto – spiega il presidente del coordinamento nazionale Teatro in carcere, Vito Minoia - è promosso in rete da 22 organismi aderenti al Coordinamento che conta oltre 50 esperienze in 15 Regioni italiane e che ha come soggetto capofila l’Associazione Teatro Aenigma”.
Anche per la quinta edizione della rassegna, così come accaduto nelle precedenti (Firenze 2012, Pesaro 2015, Genova 2016, Roma 2017), agli spettacoli, frutto di laboratori produttivi realizzati con detenuti, si alterneranno conferenze, mostre e dimostrazioni di lavoro. In questo modo verrà restituito un panorama ampio delle nuove esperienze drammaturgiche sperimentate da registi e autori professionisti che da anni lavorano sul campo con detenute e detenuti, spesso direttamente coinvolti anche nel processo di scrittura e allestimento.
“Nella tre giorni – racconta Vito Minoia – la Rassegna ospiterà spettacoli, conferenze, proiezioni, video laboratori e una sezione particolare dedicata al Teatro nel settore penale minorile. Saranno ospitati 6 allestimenti frutto di laboratori produttivi realizzati all’interno di altrettanti istituti italiani e verrà allestita una sezione interamente dedicata alla proiezione di video selezionati e scelti dalla direzione artistica dell’intera Rassegna nella quale sarò impegnato insieme a Ivana Conte, Valeria Ottolenghi e Gianfranco Pedullà. L’audiovisivo è uno strumento indispensabile per documentare le esperienze di teatro in carcere, in grado di restituire la ricchezza, l’articolazione e la diffusione ormai capillare di questo importante settore del teatro italiano, che ha evidenti ricadute sulla funzione di riabilitazione che il carcere deve istituzionalmente sviluppare”.
In programma anche laboratori di accompagnamento alla visione degli spettacoli destinati ai detenuti e agli spettatori della Rassegna, curati da Agita (associazione nazionale e agenzia formativa) e di critica teatrale, in collaborazione con l’Anct (Associazione nazionale dei Critici di teatro). Inoltre la rassegna ospiterà sezioni di studio, convegni e conferenze. “La diversità di queste esperienze rispetto al teatro istituzionalizzato – racconta il Presidente - non appare come una moda teatrale ma come una condizione genetica che ci consente di delineare un ambito di lavoro teatrale, con una forte connotazione artistica e al tempo stesso educativa e inclusiva, una zona pratica della scena contemporanea ricca di implicazioni sociali e civili. Tra gli altri spicca il dato della sensibile diminuzione della recidiva in chi fa teatro in carcere: dal 65 al 6%”.
Per informazioni si può scrivere a teatrocarcereitalia@libero.it. Gli interessati potranno inviare le proposte di partecipazione entro il 15 settembre 2018 per la Rassegna Teatrale ed entro il 30 settembre 2018 per la Rassegna Video. (Teresa Valiani)
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