Nell'ultimo anno si contano 2.047 detenuti in più, "con un andamento progressivo crescente e preoccupante", e "questo aumento si riverbera sulle condizioni di vita interna e sul sovraffollamento, che non è una fake news".
Lo dice Maura Palma, illustrando la relazione annuale al Parlamento del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale. A questo diritto, aggiunge, corrisponde "l'obbligo" di garantire "la maggiore autodeterminazione possibile nei limiti dati dalla sua condizione e nel contesto dei valori e principi che la nostra Costituzione tutela". E la percezione di insicurezza "non può essere semplicemente assunta, da parte di chi ha responsabilità istituzionali, come un dato, fisso, ingiudicabile; non può costituire il criterio informatore di norme né di decisioni amministrative".
Inoltre, "l'attenzione geometrica alla 'cella' non deve far perdere il principio che la persona detenuta deve vivere la gran parte della giornata al di fuori di essa impegnata in varie attività significative. Il nostro modello di detenzione continua, al contrario, a essere imperniato, culturalmente e sul piano attuativo, sulla permanenza nella 'cella', così vanificando la proiezione verso il dopo e il fuori". Per tutti diritto a dignità e speranza Vale per tutti, "ogni persona, nativa o straniera, libera o ristretta, capace o meno di intendere o inqualsiasi altra condizione", il diritto "alla dignità personale e alla propria integrità psicofisica" e a questi "aggiungo il diritto alla speranza".
In prima fila anche il premier Giuseppe Conte, il presidente della Camera Roberto Fico, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, la vicepresidente del Senato Paola Taverna e il presidente della Corte Costituzionale Lattanzi.
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