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Sansonetti:mai avrei pensato di dover difendere Bonafede, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa
05/05/2020
Mai avrei immaginato che un giorno avrei potuto quasi quasi, e dico quasi quasi, dare ragione a Bonafede,però di fronte alle follie di Di Matteo uno inorridisce. Diciamoci la verità, Di Matteo ha accusato Bonafede di concorso esterno in associazione mafiosa e di averlo fatto fuori per fare un piacere alla mafia". Lo dice all'AdnKronos Piero Sansonetti, direttore del Riformista, a proposito dello scontro fra il magistrato Nino di Matteo e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede andato in scena ieri sera a "Non è l'Arena" di Massimo Giletti.
"Qualcuno mente, non lo so, forse si sono capiti male - spiega Sansonetti -, ma di certo noi sappiamo che a Bonafede è venuto in mente di mettere Di Matteo a capo del Dap, una roba pazzesca, perché lo stesso Bonafede lo ha confermato, di mettere lo stesso Di Matteo
agli Affari penali, il posto che fu di Giovanni Falcone. Ma ci rendiamo conto?".
Per Sansonetti, "Bonafede non ne sa nulla delle cose che riguardano il suo lavoro, basta vedere la clamorosa polemica che riguarda il Nucleo investigativo centrale, il ministro pensa che sia un reparto operativo a sua disposizione e che dunque era lecito che fosse a conoscenza delle intercettazioni, ma non è vero, perché dipende dall'autorità giudiziaria, ma Bonafede non lo sa, poverino, fadelle figure assurde ogni volta che parla, però, certo, essere accusato di concorso esterno;ma io difendo sempre quelli che sono accusati di concorso esterno, sempre, Contrada, Dell'Utri e adesso
anche Bonafede. E' più concorso esterno il suo che quello di un Cuffaro, per dire, perché Bonafede è addirittura accusato di aver preso ordini dalla mafia, altro che esterno, forse c'è anche associazione mafiosa, ma sicuramente c'è concorso esterno, se quel reato esiste è questo, ed è di questo che Di Matteo l'ha accusato". Una cosa che il direttore del Riformista dice di non capire "è perché nessuno denunci per calunnia Di Matteo, non mi è chiaro, quanto alle dimissioni di Bonafede, chieste da molti, io le chiedo da anni, ma oggi no, è l'unico giorno da quando è ministro in cui non chiedo le dimissioni, per motivi simbolici, diciamo". Prima di concludere la chiacchierata con l'AdnKronos, Sansonetti si sofferma sulle nuove nomine al vertice del Dap: "Non so molto di questo Petralia, ma non ho nessun motivo per pensar male di lui, del suo vice un po' di più, però due pm a capo del Dap è proprio un'idea da stato di polizia, è questa l'idea che si vuol dare, proprio quando l'emergenza mafia non c'è".
In conclusione, Sansonetti si sofferma proprio su Di Matteo: "Un magistrato - dice - che è membro del Csm e ha fatto molti danni. Che cosa si ricorda della sua biografia? Che ha creduto al pentito Scarantino mandando in malora l'indagine sull'omicidio Borsellino, e che ha messo su un processo contro l'unico vero combattente antimafia che abbiamo in Italia, il Generale Mori, che ha preso Riina e sventrato la mafia, uno degli uomini che ha fatto a pezzi Cosa nostra,insieme a Giovanni Falcone".