Rivolte in carcere: le soluzioni urgenti
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Rivolte in carcere: le soluzioni urgenti  

09/03/2020 


 "La situazione è a rischio anche a causa di una cattiva comunicazione. Sta passando il messaggio che i collegamenti del carcere con l'esterno sono completamente interrotti, ma non è così, bisogna riportare un po' di razionalità e placare gli animi". Così, in un’intervista di Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera di oggi , Mauro Palma, Garante nazionale dei detenuti che si dichiara contrario a un’amnistia in quanto “non ci sono le condizioni, e si rischia di far balenare illusioni che susciterebbero altre situazioni di criticità".

Di parere diverso la radicale  Rita Bernardini secondo la quale occorrono  "amnistia o indulto per sfoltire le carceri. In Iran lo hanno fatto. Ci sono 8.000 detenuti condannati a 2 o 3 mesi: se uscissero si potrebbero sanificare gli edifici". Pochi controlli, nessuna sanificazione sanitaria, "nessun presidio medico per i parenti che fino a ieri sono potuti andare a trovare i loro cari almeno in alcune carceri" (La Stampa).
 
Patrizio Gonnella, Presidente dell'associazione  Antigone, in un comunicato ribadisce l’importanza di interventi urgenti come "aumentare la possibilità di telefonate a 20 minuti al giorno a fronte degli attuali 10 minuti a settimana, utilizzando anche skype; prevedere misure di detenzione domiciliare e affidamento per chi abbia una pena residua limitata e abbia avuto un percorso penitenziario positivo”.
Intanto arriva la notizia (ANSA) di un provvedimento del tribunale di Sorveglianza di Napoli che ha disposto licenze di quindici giorni, a partire da oggi, per i detenuti in regime di semiliberta' .
"Auspico che tutti gli uffici di sorveglianza possano fare altrettanto" afferma  Samuele Ciambriello, garante dei detenuti  della Campania.