Rinasce il biscottificio della casa di reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo
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Rinasce il biscottificio della casa di reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo  

10/04/2019 


Al lavoro i detenuti, l'attività nella casa di reclusione era ferma da quattro anni. Saranno sfornati prodotti da forno e pasticceria a consumo interno. Rinasce il biscottificio della casa di reclusione "Morandi" di Saluzzo. Un laboratorio nato 8 anni fa, la cui attività era interrotta da quattro, per impossibilità della cooperativa, all'epoca gestore, di proseguire nel progetto. Martedì sarà inaugurato il percorso avviato dalla direzione del carcere con la coop Voci Erranti di Savigliano, già impegnata al "Morandi", come associazione, per promuovere attività teatrali.

"È destinato a detenuti di Alta Sicurezza - spiega Giorgio Leggieri, direttore del carcere -: con la formazione scolastica e professionale costituisce un polo rieducativo, alla cui creazione lavoriamo da un decennio. È importante che chi ha un limitato accesso all'esterno come l'Alta Sicurezza abbia possibilità di formazione e lavoro interne". Da un mese 10 detenuti selezionati dalla direzione seguono un corso di formazione. La produzione è attesa a maggio. Quattro sono già stati assunti dalla coop.

"Produrremo prodotti da forno e di pasticceria a consumo interno - spiega Grazia Oggero, presidente della coop -. Saranno venduti a prezzi calmierati, accessibili a tutti. Potranno acquistarli per il consumo personale o i colloqui con i familiari. Una parte sarà diretta al Caffé Intervallo di Savigliano che gestiamo dal 2017". Una realtà che ha già visto l'inserimento di 5 detenuti in permesso-lavoro.

"Capo mastro" Vincenzo Pallonetto, 51 anni, panettiere a Savigliano da 15 e presidente regionale dei panificatori Confartigianato: "Il volontariato fa bene agli altri e a noi stessi. Insegnando il mestiere spero di dare un'opportunità a chi è in carcere. Ho insegnato la lavorazione: aspetti concreti per l'autosufficienza economica". Nome del biscottificio e dei prodotti, logo e packaging saranno ideati dai detenuti.

La Stampa