La Regione disposta a collaborare alle spese per sostituire i fornelli con piastre elettriche. Giovedì a Sollicciano la morte di un detenuto di 24 anni. La Regione Toscana è disponibile a contribuire alle spese per sostituire i fornelli a gas in dotazione ai detenuti delle carceri con piastre elettriche. Ad annunciarlo è il presidente Enrico Rossi che ha scritto una lettera aperta al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dopo la morte del giovane di 24 anni deceduto nel carcere di Sollicciano per aver inalato del gas, usato come sostanza stupefacente, dalla bomboletta da campeggio del suo fornello.
"È solo l'ultimo episodio, con esito tragico, di un uso distorto di questo gas che, a Sollicciano come in altre carceri, diventa strumento per togliersi la vita o surrogato di sostanza stupefacente - ha scritto Rossi - In quest'ultimo caso, l'inalazione del gas conduce spesso ad una forma di tossicodipendenza, per prevenire la quale lo Stato ha il dovere di prendere adeguate precauzioni. Da tempo il Garante dei diritti delle persone detenute nelle strutture penitenziarie della Toscana chiede la sostituzione di tali fornelli con piastre elettriche. Una proposta che faccio mia e che le sottopongo". Già ieri, infatti, il Garante dei detenuti toscani Franco Corleone aveva lanciato l'allarme. I fornelli, infatti, spesso vengono usati anche dai tenenuti per togliersi la vita.
"Tale sostituzione - si legge - già realizzata in altre carceri, implicherebbe anche adeguamenti delle strutture penitenziarie, attraverso la dotazione delle celle di prese di corrente. La Regione Toscana offre la propria disponibilità a contribuire alle spese necessarie per tali adeguamenti nell'edilizia penitenziaria presente nel territorio regionale. Sono convinto che si tratterebbe di una decisione di buon senso. Tutelerebbe la dignità e la salute delle persone ristrette e accrescerebbe il livello di civiltà del nostro Paese".
Nella lettera Rossi parla infine anche del sovraffollamento nelle carceri. "Resta eccessivo il numero di persone detenute per fatti di lieve entità legati a detenzione e spaccio di stupefacenti - ha scritto il governatore - sono convinto che per casi simili la detenzione in carcere non assolva al compito che la Costituzione le affida, ovvero la rieducazione del condannato, e aggravi la già pesante condizione di sovraffollamento in cui versano le strutture penitenziarie. Per questo, è opportuno procedere finalmente ad una seria modifica della legislazione in materia e prevedere il rafforzamento di misure e strumenti terapeutici per assicurare le cure ai soggetti affetti da tossicodipendenza".
La Repuubblica