Operatori Croce Rossa entreranno nel carcere di Napoli Poggioreale per aiutare detenuti a rintracciare e comunicare con i propri familiari
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Operatori Croce Rossa entreranno nel carcere di Napoli Poggioreale per aiutare detenuti a rintracciare e comunicare con i propri familiari  

04/11/2019 


Partirà in questo mese di novembre il nuovo servizio della Croce Rossa Italiana dove operatori specializzati entreranno nel carcere di Poggioreale per aiutare le persone detenute a rintracciare i propri cari. È il frutto di un protocollo d'intesa (primo accordo di questa natura in Campania), firmato dal Comitato Regionale CRI, Comitato di Napoli e direzione della Casa Circondariale, che conferma la crescita e il rafforzamento della rete RFL (Restoring Family Links) della Croce Rossa, grazie alla capillare presenza sul territorio di volontari formati.

Nell'Istituto Penitenziario di Napoli Poggioreale "G.Salvia", il più grande d'Italia, con oltre 2200 detenuti, i volontari specializzati della Croce Rossa assisteranno le persone richiedenti nella compilazione di moduli predisposti per la raccolta di informazioni utili a rintracciare i loro congiunti.

La CRI, quindi, faciliterà anche le comunicazioni tramite messaggi scritti o verbali recapitati in tutto il mondo, grazie alla rete del Movimento (i cosiddetti "messaggi di Croce Rossa") e attraverso chiamate telefoniche ai familiari dei detenuti. "In una condizione come quella carceraria, il ripristino dei legami familiari rappresenta un'ancora di salvezza e di speranza", spiega il presidente regionale della Croce Rossa, Giovanni Addis. "Questo protocollo conferma quanto sia preziosa la collaborazione tra le Istituzioni e la Croce Rossa per la tutela dei diritti umani costituzionalmente garantiti e per il raggiungimento di una risocializzazione e recupero della persona detenuta".

"La Croce Rossa Italiana, il Comitato internazionale e le altre Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa lavorano insieme in tutto il mondo per prevenire le separazioni familiari, ripristinare e mantenere i contatti delle famiglie nel caso in cui la separazione sia dovuta a conflitti armati, situazioni di violenza, disastri, migrazioni e ad altre situazioni che richiedono una risposta umanitaria. I volontari del Comitato di Napoli, espressione della cultura dell'accoglienza e della multietnicità di una città punto di snodo del Mediterraneo, sono gli attori diretti di questo impegno sul campo" sottolinea Paolo Monorchio, presidente del Comitato di Napoli.