Nel carcere di Palermo Antonio Lorusso, sessanta detenuti impareranno la pasticceria siciliana
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Nel carcere di Palermo Antonio Lorusso, sessanta detenuti impareranno la pasticceria siciliana  

15/06/2019 


Sessanta detenuti, uomini e donne, impareranno a preparare il cannolo, la pupa di zucchero, il torrone e la pasta reale. Tra gli obiettivi anche la realizzazione di una cooperativa e tirocini formativi esterni. Apprenderanno la millenaria arte della pasticceria siciliana con i suoi dolci più tipici. Si tratta di 60 detenuti (uomini e donne) del carcere di Palermo, su 120 partecipanti selezionati, che verranno coordinati dal maestro pasticcere Salvatore Cappello, che vanta una tradizione familiare centenaria tramandata di padre in figlio. Nello specifico, 32 uomini e 8 donne, parteciperanno alle varie fasi del progetto mentre altri 20 detenuti avranno la possibilità di fare i tirocini formativi che si potranno svolgere all'interno o all'esterno del carcere secondo quanto prevede l'articoli 21 del codice penale.

La presentazione è avvenuta ieri mattina nel teatro della Casa circondariale "Pagliarelli - Antonio Lorusso". Il progetto "Sprigioniamo Sapori" è finanziato dal Dipartimento Regionale della Famiglia e delle Politiche Sociali nell'ambito dell'Avviso 10/2016. Tutto il percorso è gestito dall'associazione I.D.EA. presieduta da Fabrizio Fascella, in partenariato con l'associazione Orizzonti onlus e la pasticceria Cappello con la collaborazione del "Pagliarelli" che, attraverso varie attività (orientamento, formazione, laboratori e tirocini), favorirà l'inclusione sociale e lavorativa dei detenuti. Il progetto è già iniziato lo scorso novembre con la prima fase di orientamento professionale dedicata alle 70 donne di tutta la sezione femminile da cui sono state scelte adesso 8 recluse.

"Il nostro progetto - spiega Aurelia Graná, direttore del progetto - prevede un corso di formazione di 600 ore per 8 donne che potranno acquisire una formazione spendibile a livello europeo, sempre grazie al maestro Cappello. Quattro, poi, saranno i corsi brevi dedicati e pensati per insegnare ai detenuti la realizzazione di dolci tipicamente siciliani come il cannolo, la pupa di zucchero, il torrone e la pasta reale che poche pasticcerie sanno fare a livello esclusivamente artigianale.

Speriamo così di dare loro l'occasione per diventare esperti e competenti. Ci saranno, poi, 24 borse di tirocinio che, in parte si faranno dentro il carcere come impresa simulata e in parte fuori, attraverso alcune associazioni di categoria del settore della pasticceria finalizzate all'inserimento più rapido nel mondo del lavoro. L'obiettivo è quello di accompagnarli verso un concreto reinserimento sociale che parta proprio dal lavoro come già abbiamo sperimentato a Siracusa. Un altro obiettivo per i detenuti è quello di creare una cooperativa di produzione al linterno finalizzata alla commercializzazione".

"Insieme a mio figlio abbiamo partecipato dentro al carcere a parecchie iniziative come volontari. Questa volta invece si tratta di un progetto diverso che è finanziato e che vuole dare delle opportunità professionali significative ai detenuti, uomini e donne - sottolinea il maestro pasticciere Salvatore Cappello.

Abbiamo già, infatti, iniziato da tre mesi con 8 donne che, ieri durante la presentazione del progetto, ci hanno commosso per la testimonianza poetica che ci hanno voluto dare finora sull'esperienza svolta. Speriamo che sapranno sviluppare in futuro le competenze che in questi mesi acquisiranno. La pasticceria artigianale è una attività molto impegnativa che, proprio perché richiede dedizione e sacrificio, fanno oggi in pochi ma che invece va pienamente valorizzata rispetto ai dolci industriali".

Redattore Sociale