Secondo Antigone "potrebbero essere 50.000". Un istituto sul quale, secondo l'associazione si deve investire è quello della messa alla prova, mutuata dalla giustizia minorile e dal 2014 possibile anche per i maggiorenni
Sono 28.621 i detenuti in misura alternativa, di questi 16.554 in affidamento in prova al servizio sociale, 11.159 in detenzione domiciliare, 908 in semilibertà. I dati sono evidenziati da Antigone in un rapporto sulle carceri. Secondo l’associazione per i diritti dei detenuti, “potrebbero essere 50.000 se non si chiudesse la porta del carcere agli oltre 20.000 che potrebbero averne diritto avendo pene residue basse”. Sono inoltre 17.205 i permessi premio concessi nel primo semestre del 2018: in media poco più di un permesso ogni tre detenuti. “Per troppi la pena si sconta tutta in carcere – afferma Antigone – e rapporti con l’esterno sono del tutto esigui. Tutto ciò contribuisce a innalzare i tassi di recidiva”.
Un istituto sul quale, secondo Antigone si deve investire è quello della messa alla prova, mutuata dalla giustizia minorile e dal 2014 possibile anche per i maggiorenni: è stata prevista per i reati puniti con pena non superiore a quattro anni; il giudice predispone un programma che contempla lavori di pubblica utilità, attività di volontariato e di mediazione penale con la vittima del reato. Negli ultimi quindici mesi il ricorso alla messa alla prova è aumentato notevolmente, passando da 9.598 a 13.785 imputati messi alla prova. Antigone segnala una serie di esperienze, attive dal 2017, per lavori di pubblica utilità ai fini della messa alla prova con Legambiente e l’Ente Nazionale Protezione Animali, l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, la Lega Italiana Lotta ai Tumori e con il Fondo Ambiente Italiano. “Così – commenta Antigone – si creano occasioni virtuose di impegno sociale e lavorativo”.
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