“Il problema del sovraffollamento evidenziato dal Garante esiste e stiamo lavorando per risolvere non solo una questione di numeri ma anche di qualità della vita negli istituti penitenziari, sia dei detenuti sia di chi vi lavora. Da parte mia ci sono totale disponibilità e grande sensibilità”. Queste le parole del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, a margine della presentazione, svoltasi oggi nella sala della Regina della Camera dei Deputati, della Relazione annuale del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale. Tra le questioni affrontate dal Garante Mauro Palma, oltre al tema dei numeri della popolazione carceraria, anche il reinserimento del detenuto nella società e la difesa della relazione madre-figlio per le detenute madri.
Bonafede ha chiarito qual è la direzione che il Ministero intende intraprendere: “Il principio fondamentale della certezza della pena è assolutamente conciliabile con la funzione della rieducazione. Abbiamo ereditato dal passato una situazione gravemente lesiva della dignità dei detenuti. Per affrontare il problema del sovraffollamento carcerario non abbiamo la bacchetta magica, ma il nostro impegno è massimo, superiore a quello di qualsiasi altro governo precedente, che si metteva la coscienza a posto con provvedimenti ‘svuotacarceri’. L’approccio non può essere meramente aritmetico: anche nel caso in cui il numero dei detenuti diminuisse rispetto alle dimensione degli istituti penitenziari avremmo comunque la necessità di assicurare un livello dignitoso di qualità della vita detentiva”.
Il Guardasigilli ha, infine, ricordato gli impegni già assunti per affrontare le diverse questioni critiche sollevate dal Garante, dall’approvazione delle norme per la semplificazione sulla manutenzione degli edifici alla realizzazione di nuovi istituti di pena, dall’incremento di 1.300 operatori di Polizia Penitenziaria entro quest’anno ai protocolli siglati per incentivare il lavoro di pubblica utilità.
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