"Bisognerebbe mandarli a lavorare" è una frase utilizzata tante volte quando si parla di chi si trova a scontare una pena all'interno del carcere, alla luce del fatto che viene, di fatto, spesso mantenuto a spese dello Stato ma anche che la detenzione per lunghi periodi senza la possibilità di mantenersi attivi per la società non fa aumentare il rischio di recidività una volta usciti dal carcere. Anche su queste considerazioni si fonda il progetto promosso "Social Wood", finanziato dalla fondazione Social e promosso da Ises, e che è ormai visibile in città, considerando che è stato da qualche mese 'bucato' il muro di cinta della Casa Circondariale in piazza Don Soria.
Oggi, a pochi giorni ormai dall'inizio vero e proprio dell'apertura del negozio, è in corso una raccolta fondi per sostenere il progetto, dando la possibilità nel tempo a un numero sempre maggiore di detenuti di prendere parte al laboratorio di falegnameria interno al carcere e alle attività legate al negozio.
Sulla piattaforma di crowfunding "Eppela" è infatti stata aperta un'apposita pagina dedicata all'attività nata ad Alessandria, che ha già 1680 euro, una bella somma ma non ancora sufficiente per raggiungere il target, che è di 10 mila euro.
Il progetto non si limita infatti alla produzione di mobili a partire da pallet e legno da recupero, ma anche alla creazione di un vero e proprie SocialHub, il "primo negozio italiano in carcere:" uno spazio per dare visibilità a tutti gli attori del terzo settore e alle loro produzioni solidali, consentendo anche a realtà del terzo settore di raccogliere così fondi mediante la vendita nello store del carcere, messo a disposizione di chi ne avrà bisogno.
alessandrianews.it