È considerato uno dei principali collaboratori di Husein Bosnic, l'imam itinerante che faceva proselitismo per l'Is nell'Italia del Nord e in particolare a Nordest. Se quest'ultimo è colui che ha convinto i due macedoni residenti nel bellunese Ismar Mesinovic e Munifer Karamaleski a partire per andare a combattere, Zavbi si sarebbe occupato di organizzare il loro viaggio fornendo itinerario e contatti. L’indagine veneziana era iniziata quando i carabinieri del Ros nel 2013, raccolgono la notizia che Mesinovic era partito per andare in Siria, portando con sé, senza informare la moglie, il figlio di due anni.
È il primo «collaborante» tra i foreign fighters, almeno tra quelli partiti dall’Italia per combattere tra le fila dello Stato islamico. Mercoledì, il giudice di Venezia Alberto Scaramuzza lo ha interrogato nell’aula bunker di Mestre, per questioni di sicurezza, con la procedura dell’incidente probatorio così come ha chiesto la Procura di Venezia.
Da qualche tempo, infatti, il 26enne Rok Zabvi, stretto collaboratore dell’iman bosniaco Hussein Bilal Bosnic, che sta scontando una condanna a sette anni per terrorismo nelle carceri di Sarajevo, starebbe raccontando quello che sa e quello che ha visto al procuratore aggiunto Adelchi D’Ippolito e al pubblico ministero Francesca Crupi, che lo hanno interrogato più volte nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, dove si trova dallo scorso giugno, da quando è stato estradato dalla Slovenia. Tutto quello che dirà grazie all’incidente probatorio potrà essere utilizzato in aula, senza che lui debba tornare a testimoniare nel momento in cui inizierà il processo. Per ora tutte le sue dichiarazioni sono coperte dal segreto più stretto.
Il giovane sloveno era stato arrestato nella periferia di Lubjana dalla Polizia slovena il 7 maggio scorso sulla base del mandato d’arresto internazionale emesso dalla Procura veneziana. Stando alle accuse, Zabvi nascondeva l'attività di reclutatore di combattenti per l'Is dietro alla professione di autotrasportatore che consegnava in mezza Europa rotoli di kebab, destinati alle varie rosticcerie sparse in ogni dove. Deve rispondere di arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale.
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