EVENTI CRITICI
Il nuovo padiglione a Parma e il personale che non c''è
15/05/2020
In più e svariate circostanze, le organizzazioni sindacali rappresentative del Corpo di Polizia Penitenziaria, hanno manifestato le proprie preoccupazioni per la totale assenza dei dovuti requisiti in grado di assicurare alla struttura il rispetto dei livelli minimi di sicurezza che, a fronte degli attuali numeri, risulta assolutamente impossibile garantire.
Le piante organiche di cui al decreto Madia del 2017 prevedevano un organico composto da 313 agenti/assistenti, 76 Sovrintendenti, 65 Ispettori e 4 Commissari.
Oggi, in barba alle previsioni ministeriali, in organico ci sono 349 agenti/assistenti, 3 Sovrintendenti, 18 Ispettori e 3 Commissari. Occorre, per di più, precisare che dai 349 agenti/assistenti, vanno sottratti quelli in forza al GOM che, artificiosamente, vengono conteggiati nell’organico complessivo.
L’apertura di un nuovo padiglione in grado di accogliere 200 detenuti, richiede l’inevitabile invio di nuovo personale, fermo restando che dall’ultimo corso di formazione sono stati assegnati alla struttura 17 nuovi agenti ma in partenza (mobilità ordinaria) ce ne sono ben 20.
A fronte di questi dati, la Casa Circondariale di Parma, registra una carenza di oltre 100 unità di personale, di cui almeno 50 nel ruolo agenti/assistenti, senza tralasciare l’aliquota del personale da assegnare al locale n.t.p. il cui organico non è stato ancora determinato.
La locale caserma agenti, di cui le OO.SS. hanno a più riprese denunciato lo stato fatiscente in cui versano la maggior parte delle camere, che non appaiono in condizione tale da essere assegnate al personale di Polizia Penitenziaria fino a quando non saranno definiti i lavori mai iniziai di circa 30 stanze.
Ed in presenza di un organico non in grado di assicurare il rispetto dei livelli minimi di sicurezza, con un’Amministrazione che non ha considerato la necessità di rivedere le piante organiche non più attuali ai riferimenti del citato decreto Madia del 2017, alla luce dell’apertura di un nuovo padiglione detentivo che appare, dunque, illogica ed irrazionale, tutto a discapito del personale di Polizia Penitenziaria che, attraverso i suoi rappresentanti, denuncia uno stato di abbandono nel segno della più bieca ed egoistica soluzione “dell’arrangiarsi da solo”.
Una struttura che già oggi annovera oltre 600 detenuti, con l’apertura del padiglione è destinata ad arrivare ad una presenza di oltre 800 reclusi, omettendo di considerare aspetti di natura organizzativa che, a prescindere dalle contrattazioni tra Parte Pubblica e Parte Sindacale, registra ingenti ed inevitabili difficoltà per un organico che presenta penuria nei numeri fin qui analizzati.
Con la presente si sollecita l’Amministrazione Penitenziaria a sospendere con estrema urgenza provvedimenti di apertura, interagendo direttamente con il Ministero della Giustizia, al fine di focalizzare le forti carenze fin qui in descrizione.
In presenza di iniziative unilaterali, senza il preventivo confronto con le OO.SS. (come avviene, indebitamente ed in maniera irriverente da svariati mesi su temi soggetti al confronto con la Parte Sindacale anche per altri Istituti del distretto), si resta in attesa di impellenti comunicazioni; contrariamente si darà seguito ad iniziative e manifestazioni di protesta collettiva"dacati
Lettera dei sindacati di categoria Sappe; Osapp; Sinappe; Cnpp al prefetto di Parma, al dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, al direttore generale del Personale e delle risorse Dap, all'ufficio per le Relazioni sindacali e per le relazioni con il pubblico del Dap e al provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria dell'Emilia Romagna.
Repubblica.it