Luigi Pagano dal 1979 al 1989 è stato direttore delle carceri di Pianosa, Nuoro, Asinara, Alghero, Piacenza, Brescia e Taranto. Un decennio in cui ha incontrato e sorvegliato i terroristi irriducibili degli Anni i Piombo, Raffaele Cutolo e i mafiosi stragisti. Trasferito nel 1989 a San Vittore, vi è restato quindici anni e ha avuto modo di vivere e tenere testa alla tempesta mediatica e giudiziaria di Mani Pulite. Quelli sono stati gi anni, però, anche dell'inizio di sperimentazioni di nuovi modelli rieducativi e risocializzanti, avviati tanto nel circondariale milanese quanto nella casa di reclusione di Bollate, anche se, in realtà, un'iniziativa per far parlare la stampa del carcere in maniera diversa dal solito l'aveva presa, avventurosamente, già quando era direttore a Brescia “Lessi che Maurizio Costanzo voleva chiudere il suo Costanzo show - racconta in un'intervista a il giorno per mancanza di palcoscenici diversi da quelli soliti. Mi venne in mente di scrivergli offrendogli il teatro del carcere. Accettò e seppi che sarebbe stato presente anche il ministro della Giustizia Mino Martinazzoli, che era di Brescia”.
Quando oggi sente definire "carcere modello" la reclusione di Bollate, dove è stato direttore nel 2001 e dove ha avviato progetti pionieristici è solito specificare che si tratta " dell'invenzione del carcere normale".
In pensione da qualche anno, dopo essere stato anche vice capo Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia e Provveditore Regionale di Lombardia e Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria, Pagano ha affidato a questo libro le memorie di un viaggio che ha attraversato i momenti più critici della storia italiana, vissuti dall' osservatorio privilegiato e insieme scomodo del carcere.
Nel libro gli inevitabili aneddoti non sono fini a se stessi ma sempre spunto per riflessioni su opportunità e limiti, logiche e contraddizioni di un'istituzione in attesa ancora di trasformazioni importanti che la rendano rispondente ai principi fissati nella Costituzione italiana. (federica giuli)