Seconda relazione trimestrale del commissario Franco Corleone. Opg chiusi e Rems tutte aperte e funzionanti entro gennaio. È questa la deadline fissata per gli ospedali psichiatrici giudiziari in Italia da Franco Corleone, commissario unico per il superamento degli Opg, ma il terremoto politico potrebbe rallentare il percorso di riforma di quella che lo stesso Corleone chiama una "rivoluzione gentile" nella seconda relazione trimestrale sulla propria attività".
Un testo, la relazione, redatto pochi giorni prima del referendum costituzionale e dell'annuncio delle dimissioni da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che nella premessa auspicava una più celere ripresa dei lavori in Senato sulla legge delega sulla giustizia e sul sistema penitenziario, in calendario il 7 dicembre. Adesso però non è semplice fare previsioni. Le uniche possibili, spiega Corleone, riguardano la tabella di marcia del percorso già avviato, quindi la chiusura degli ultimi due Opg ancora aperti e l'attivazione delle restanti Rems da avviare.
Gli Opg da chiudere sono ancora quelli di Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, e Montelupo Fiorentino, in Toscana. "In questo trimestre sono state aperte due Rems - si legge nella relazione: quella di Santa Sofia d'Epiro, in Calabria, che ha accolto sette persone provenienti dall'Opg di Barcellona Pozzo di Gotto che finalmente ospita solo internati siciliani; e quella di San Maurizio Canavese, in Piemonte, che ha accolto 10 pazienti provenienti da Castiglione delle Stiviere. Purtroppo, l'apertura della Rems a Genova ha subito un ritardo per ragioni burocratiche e amministrative, ma nel giro di qualche settimana dovrebbero essere risolte e la struttura accoglierà tre internati liguri ancora presenti nell'Opg di Montelupo Fiorentino e 14 pazienti da Castiglione delle Stiviere che a quel punto sostanzialmente avrà presenze di sole persone della Lombardia".
Per l'inizio del 2017, inoltre, è prevista l'apertura di un secondo modulo a Caltagirone che consentirà la chiusura dell'Opg di Barcellona Pozzo di Gotto ospitando gli ultimi 141 pazienti siciliani ancora presenti, mentre in Toscana si sta lavorando ad una soluzione che permetterà di mettere un punto anche nella storia dell'Opg di Montelupo. A ottobre 2016, spiega la relazione, la capienza delle Rems presenti sul territorio nazionale e" di 624 posti, mentre i pazienti presenti sono 603.
Un dato con un saldo positivo anche grazie alle dimissioni di alcune delle persone ospiti. "Il fatto che delle persone vengano anche dimesse dalle Rems- spiega il commissario nella relazione- è un segnale positivo che porta a pensare che queste residenze siano delle strutture tendenzialmente aperte e, contrariamente agli Opg, non prevedono una presenza senza fine, con quella tragica pratica che era definita come ergastolo bianco. Inoltre, visto il numero irrisorio di reingressi comunicati su richiesta del Commissario, dai responsabili delle Rems, possiamo permetterci di affermare che il sistema in qualche modo stia iniziando a funzionare e che il lavoro svolto dagli operatori delle Rems, in stretta collaborazione con i servizi territoriali, stia dando dei risultati molto positivi".
Nonostante i numeri, resta la preoccupazione per le misure di sicurezza non eseguite. Una questione sottolineata dal Commissario già in diverse occasioni, ma ancora non risolta. "Tutti i responsabili delle strutture - si legge nella relazione - fanno emergere quanto sia preoccupante l'aumento di misure di sicurezza provvisorie che prevedono il ricovero in Rems". Al 25 ottobre 2016 sono 241 le ordinanze in questione. Su questo e sulla natura delle Rems doveva tornare il Senato riprendendo la discussione sulla legge delega sulla giustizia e sul sistema penitenziario, ma le dimissioni del presidente del Consiglio hanno cambiato l'agenda politica italiana.
"A questo punto tutto è legato al nuovo governo e ai tempi di lavoro che avrà - spiega Corleone. In realtà noi avremmo bisogno di una riforma complessiva a partire dal codice penale. Bisognerebbe fare una pulizia semantica ed eliminare la parola internato, per esempio. E poi riformare le misure di sicurezza. Oggi è urgente un chiarimento".
Un punto fermo, spiega Corleone, deve essere quello di un seminario nazionale da organizzare a gennaio per poter presentare l'avvenuto superamento degli Opg. Poi, al Commissario mancherebbe solo un mese (il mandato scade il 19 febbraio) per mettere nero su bianco una roadmap per il futuro. "Voglio chiudere l'esperienza da Commissario avendo adempiuto all'obiettivo primario, cioe" quello di chiudere tutti gli Opg e aprire tutte le Rems - spiega Corleone a Redattore sociale. Fatto questo, però, nell'ultima relazione voglio presentare una valutazione sulle questioni aperte e proporre delle soluzioni. Ci sono ancora persone che sono in Rems fuori dalla propria regione. Vorrei avere un quadro rispettoso della territorialità.
Poi bisogna lavorare sulla prospettiva. La riforma ha dimostrato che funziona, ma bisogna andare avanti. È una rivoluzione: diciamolo sotto voce. Si sta concludendo, ma non dobbiamo abbandonarla".
Mussini (Misto): rischio di tornare a vecchi manicomi giudiziari
"Dopo aver ascoltato le numerose testimonianze degli operatori che sono intervenuti per esporre le loro preoccupazioni sul ritardo con cui sta avvenendo l'attuazione della Legge Marino e la sua inadeguatezza nel riconoscere i diversi livelli di gravità della malattia e di pericolosità degli infermi, sono sempre più convinta che la linea finora perseguita con i miei emendamenti all'art. 12 del ddl Penale approvati in Commissione giustizia è quella giusta".
Lo dichiara Maria Mussini, vicepresidente del Gruppo Misto e membro della Commissione Giustizia al Senato, riassumendo il senso del convegno "Dagli Opg alle Rems. Il trattamento del malato psichiatrico autore di reato e la complessa attuazione della Legge 17 febbraio 2012 n. 9". "Da un lato le forze politiche si occupano dei meccanismi per la loro sopravvivenza - aggiunge - dall'altro qualcuno si occupa del diritto alla dignitosa sopravvivenza dei dimenticati. Se non superiamo la dicotomia tra Rems e carcere, assumendoci la responsabilità della cura dell'ampia fascia di malati che si trova stretta tra queste due realtà e quindi esclusa dalle nuove residenze, rischiamo di tornare ai vecchi manicomi giudiziari. Per questo - conclude Mussini - quando la legge arriverà in Aula, insisterò sulla strada già aperta dai miei emendamenti".
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