LEGGI E NORME
Dissensi nella maggioranza sul ddl Bonafede contro le scarcerazioni dei boss -Csm, non delegittimare giudici
30/04/2020
Vincolare la concessione della detenzione domiciliare ai condannati al 41 bis al parere della Direzione nazionale antimafia e delle procure distrettuali. E'la misura con cui il governo intende mettere un argine alle scarcerazioni di boss della criminalita' organizzata disposte per gravi ragioni di salute dalla magistratura di sorveglianza, che tante polemiche stanno suscitando. Un intervento contenuto in un decreto con diverse misure in materia di giustizia, in via di approvazione da parte del Cdm. Non solo: la stretta potrebbe infatti andare anche oltre, visto che in una delle bozze del
provvedimento che circolano si prevede il parere preventivo dell'ufficio diretto da Federico Cafiero De Raho e delle procure distrettuali anche per la concessione dei permessi per i mafiosi che sono in carcere.
"Il governo risponde con i fatti", ha detto il ministro Alfonso Bonafede illustrando alla Camera la sostanza del provvedimento, in risposta a un'interrogazione molto critica nei suoi confronti di Fratelli d'Italia, dopo aver liquidato come "totalmente e inequivocabilmente falso" il messaggio per cui "il
governo starebbe scarcerando i mafiosi". La Costituzione prevede "l'autonomia e l'indipendenza della magistratura. Cio' vuol dire che non c'e' alcun governo che possa imporre o anche soltanto influenzare le decisioni dei giudici", ha spiegato il guardasigilli, chiarendo che il parere preventivo delle procure non rappresenta una manifestazione di "sfiducia" verso i magistrati di sorveglianza "che meritano rispetto".
La polemica resta aperta, anche per la scelta del ministro e del capo del Dap di "disertare" la Commissione Antimafia dove erano stati convocati per "chiarire l'assurda concessione degli arresti domiciliari a numerosi boss mafiosi", come dicono i deputati della Lega: "uno schiaffo in piena regola alle
istituzioni parlamentari". Non mancano dissensi nella stessa maggioranza. Se Cosimo Ferri di Italia Viva pensa che le misure annunciate dal ministro siano "finalmente serie", il suo collega di partito Gennaro Migliore ritiene invece che cosi' si rischi di compromettere l'autonomia e l'indipendenza della magistratura.Non solo: Migliore censura la "difesa a oltranza del Dap e dei suoi vertici, veri e unici responsabili delle recenti improvvide scarcerazioni" e ne chiede la rimozione. Anche Valter Verini (Pd) punta l'indice sul Dap, al cui vertice arriva come vice capo il pm Roberto Tartaglia, con il via libera del Csm :"la vicenda del monitoraggio di tutti i carcerati ultra settantenni gravemente malati e' stata gestita in modo sbagliato", accusa il responsabile Giustizia del partito di Zingaretti.Agli attacchi ricevuti in questi giorni reagiscono con forza i magistrati di sorveglianza. Il loro coordinamento denuncia "la campagna di sistematica delegittimazione" a cui sono stati sottoposti: "e' la Costituzione - dicono - che impone venga assicurata a qualunque detenuto, anche il piu' pericoloso, una detenzione mai contraria al senso di umanita'". In loro soccorso scendono in campo i consiglieri del Csm. I togati di
Magistratura Indipendente hanno chiesto al Comitato di presidenza di Palazzo dei marescialli l'apertura di una pratica a tutela dei giudici. E anche i consiglieri delle altre correnti della magistratura hanno espresso il loro sostegno. Intanto la Corte europea per i diritti dell'uomo ha chiesto chiarimenti
all'Italia sulla situazione nelle carceri in relazione all'emergenza Coronavirus: a comunicare la notizia l'associazione Strali che ha supportato il ricorso di un legale
torinese.
Ansa