Era stato arrestato il 4 giugno del 2017 e condannato a 10 anni di reclusione per aver tentato di uccidere la moglie. Vito Esposito aveva visto per questo motivo chiudere la sua vita dentro una cella.
Secondo quanto riportato da Il Mattino, i medici del penitenziario avevano già evidenziato il suo stato depressivo e l’instabilità mentale che lo caratterizzava. Esposito commise atti autolesionistici e si ferì il cranio lanciando se stesso contro le sbarre.
Esposito, dopo il ricovero urgente all’ospedale Cardarelli, iniziò anche a soffrire di allucinazioni uditive e rifiutò le cure farmacologiche prescritte. Dopo che fu dimesso dal noscocomio fu disposto per lui un regime di sorveglianza speciale.
Ma al termine di quest’ultimo Esposito legò un lenzuolo alle grate della cella e s’impiccò. Era lo scorso 7 agosto, ad oggi Paola Piccirillo, Giudice per le indagini preliminari (GIP) 30esima sezione, ha respinto l’istanza di archiviazione dell’indagine.
La Piccirillo ha chiesto agli inquirenti di svolgere altre indagini. Questa volta il reato è di omicidio colposo. Esposito, a causa delle sue patologie, non sarebbe stato idoneo ad un determinato regime carcerario.
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