Due anni fa ha fracassato la testa di Katia dell'Omarino a colpi di martello, ora con le stesse mani Piter Polverini può accarezzare il suo amato cane in carcere. Il 26enne di San Giustino, condannato a 16 anni per il delitto di Sansepolcro, ha ottenuto il consenso alle visite di Cristal, la meticcia alla quale è tanto legato e che già ebbe modo di incontrare durante le udienze in tribunale. Al carcere di Arezzo invece non gli era consentito. Il penitenziario di Orvieto dove adesso si trova ha acconsentito e i familiari durante i colloqui gli portano la cagnolina per incontri che avvengono in spazi ad hoc. Piter ha fatto da apripista, ora altri detenuti faranno altrettanto.
Intanto è stato fissato per il 14 novembre il processo di appello. La difesa del giovane - ex impiegato alla sala scommesse di Saione ad Arezzo - cercano di ridurre la pena. Polverini è stato giudicato con rito abbreviato e il giudice ha tenuto conto della semi infermità mentale equiparandola all'aggravante della 'minorata difesa': Katia fu massacrata in luogo defilato, al buio, senza possibilità di difendersi.
La violenza omicida scattò come un cortocircuito dopo un incontro sessuale tra il giovane e la 39enne di Sansepolcro. Per una richiesta di denaro diversa (pochi euro in più) e per il timore che lei rivelasse la cosa in giro rovinandogli l'immagine di bravo ragazzo, Piter la aggredì e poi la eliminò a martellate in testa. Era i 12 luglio 2016, l'arresto solo a settembre quando i carabinieri giunsero a lui grazie a indagini e con la prova regina del dna.
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