Sono quattro le persone indagate per la morte di Aniello Bruno, il 50enne di Angri, detenuto, morto nell'ospedale di Salerno ad inizio aprile. Le iscrizioni recano la firma del sostituto procuratore Federico Nesso.
Le persone attenzionate sono tre medici del penitenziario di Fuorni e un medico dell'ospedale. L'accusa formale per tutti è di omicidio colposo. L'uomo fu colto da un malore in cella, finendo con l'essere ricoverato in ospedale. Ma quei dolori alla schiena che aveva avvertito non gli sarebbero stati curati a dovere. In una fase successiva, al paziente-detenuto gli furono diagnosticate anche delle coliche renali. Sarebbe stato curato superficialmente, in una prima fase, per poi essere dimesso.
Quando tornò in carcere però, durante un colloquio con la moglie, non sarebbe riuscito più a parlare dai dolori, tornando in cella. Nello stesso pomeriggio fu nuovamente trasportato al Ruggi, per essere operato presso la chirurgia d'urgenza a causa di una perforazione dell'intestino. Dopo l'operazione fu la volta della rianimazione, dove esalò l'ultimo respiro.
L'ipotesi che fu fatta sul decesso portava ad una sepsi. La famiglia aveva tuttavia sporto denuncia, sottolineando che l'uomo aveva perso 18 chili e che quel malessere si protraeva oramai da 20 giorni. La famiglia si è affidata all'avvocato Pierluigi Spadafora, che ha denunciato anche lo smarrimento di una valigetta con dentro l'esito di alcuni accertamenti medici. L'uomo si trovava in cella, dopo aver violato il regime di semilibertà, avendo incontrato una persona con dei precedenti penali.
ilmattino.it