Decreto Cura Italia, per Antigone misure insufficienti
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Decreto Cura Italia, per Antigone misure insufficienti   

18/03/2020 


  La situazione nelle carceri "e' drammatica- osserva Patrizio Gonnella , presidente dell'associazione Antigone da sempre attiva per i diritti dei detenuti- e resta drammatica anche oggi a primo decreto approvato. Le norme in materia penitenziaria, inserite all'interno del nuovo decreto del governo, pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale, sono evidentemente insufficienti per rispondere alle esigenze di estrema gravita' e urgenza che la situazione richiederebbe.Troppe le cautele. Nell'interesse e nel rispetto della salute e della vita di detenuti e operatori bisogna liberare le carceri di almeno altre 10 mila persone"

Le carceri, aggiunge, "rischiano di diventare una bomba sanitaria che si puo' ripercuotere sulla tenuta stessa del sistema sanitario nazionale - La grande promiscuita' in cui sono costretti a vivere i detenuti puo' facilmente far degenerare il numero di contagi. Inoltre lo stato di salute di chi vive in carcere, con il 67% dei reclusi che ha almeno una patologia pregressa, potrebbe rendere necessario il ricorso al ricovero nei reparti di terapia intensiva. Senza contare che un contagio in carcere puo' oltrepassare quelle mura con il personale penitenziario a far da veicolo tra il dentro e il fuori. Intervenire urgentemente non e' quindi un regalo ai detenuti, ma una logica e irrimandabile necessita' a tutela della salute pubblica". Dunque, con il dl Cura Italia, sottolinea ancora Gonnella, "saranno pochissimi i detenuti che potranno lasciare le carceri, di gran lunga meno degli oltre 14 mila che andrebbero scarcerati per riportare le carceri ad una situazione di legalita' e rendere possibile il contrasto di casi di coronavirus all'interno degli istituti. Mancano inoltre, nel decreto del governo, norme che tengano conto delle condizioni di salute dei detenuti che, se dovessero contrarre il covid-19, potrebbero non salvarsi. A loro bisognava guardare con norme ad hoc. Su questo chiediamo che si esprima l'amministrazione penitenziaria, che non puo' pensare che tutto sia sotto controllo. Cosi' non e' e cosi' non e' stato".

L'associazione Antigone torna quindi a sollecitare i provvedimenti che insieme a Cgil, Anpi, Arci e Gruppo Abele, Conferenza nazionale volontariato giustizia e Ristretti Orizzonti aveva segnalato come fondamentali.
"Bisogna far uscire subito i detenuti che non hanno un posto regolamentare per affrontare al meglio il possibile diffondersi del coronavirus. Iniziano a esserci casi di persone detenute risultate positive ai controlli medici. Per questo ci vuole un nuovo decreto urgente - afferma Gonnella - e ci appelliamo affinche' da oggi si ripristini dappertutto e per tutti un collegamento (telefonico, whatsapp o skype) con le famiglie. Ci scrivono parenti di detenuti che non sanno piu' nulla dei loro cari da giorni. Inoltre abbiamo ricevuto segnalazioni e denunce di ricorso illegale alla violenza nei confronti dei detenuti nei giorni scorsi. Presenteremo altrettanti esposti alle procure. Chiediamo all'amministrazione penitenziaria di fare proprie inchieste interne e stigmatizzare ogni episodio di uso arbitrario della violenza o di rappresaglia rispetto alle rivolte dei giorni scorsi" conclude il presidente di Antigone
(Fonte:AGI)