"E' una sentenza di straordinario valore questa della Corte Costituzionale. I giudici pongono un limite al potere di punire e ribadiscono un principio fondamentale della nostra carta costituzionale: sempre e comunque la pena deve tendere alla rieducazione del condannato". A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone dopo il verdetto della Consulta.
"In attesa di leggere nel dettaglio le motivazioni della sentenza, la Corte ribadisce anche l'importanza del ruolo delle istituzioni penitenziarie e della magistratura di sorveglianza. Nessun mafioso infatti uscirà - sottolinea ancora Gonnella - con questa decisione, cosi' come con quella della Cedu, si restituisce alla magistratura il potere di decidere, caso per caso, se per un detenuto condannato per reati di mafia sussista ancora il criterio di pericolosità sociale e quindi se possa essere idoneo o meno ad usufruire di permessi premio. Ci auguriamo che questa doppia decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo e della Corte costituzionale venga recepita dai decisori politici in nome del principio di legalità costituzionale", conclude il presidente di Antigone.