Carcere di Foggia: mascherine fai da te per la Polizia Penitenziaria e nessuna per i detenuti
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Carcere di Foggia: mascherine fai da te per la Polizia Penitenziaria e nessuna per i detenuti  

12/04/2020 


In assenza dei colloqui con i familiari, sospesi a causa del Coronavirus, nel carcere di Foggia sono aumentati i contatti telefonici con i parenti. Tuttavia, il rischio legato all’assenza di dispositivi di protezione individuale e alla promiscuità resta alto, nonostante il numero complessivo dei detenuti sia notevolmente diminuito in seguito al trasferimento post rivolta e ai ristretti che hanno beneficiato di pene alternative.

Dopo settimane, ai detenuti non sono ancora arrivate le mascherine protettive e anche per il personale vale la regola del “fai da te, fai per tre”. Infatti, l’Amministrazione non fornisce DPI, nemmeno alla polizia penitenziaria, e così sono gli stessi poliziotti (di tasca loro) a doversi arrangiare, ma molti non riescono a procurarsi le mascherine adatte. Ed è notizia di queste ore che è stato trovato positivo proprio un agente della polizia penitenziaria.

L’Immediato ha sentito l’avvocato Michele Sodrio del direttivo della Camera Penale di Foggia: “Le notizie che avete avuto voi sono giunte anche a noi dall’interno del carcere. Io stesso in questi giorni ho ricevuto molte lettere, telefonate dai detenuti e sono stato personalmente in istituto questa settimana. Ho visto il solito encomiabile impegno del personale, il loro sacrificio giornaliero in una situazione assurda. Nessun detenuto tra i tanti che ho visto indossava la mascherina e ovviamente del famoso distanziamento sociale nemmeno a parlarne. Ma anche molti poliziotti avevano delle mascherine del tutto inutili, che si erano dovuti procurare da soli, perchè dal Ministero non arriva nulla. Dopo le residenze per anziani, rischiamo che le carceri e quello di Foggia in particolare si trasformino in nuovi pericolosissimi focolai di infezione, oppure in veri e propri cimiteri”.

Sodrio fa sapere che la Camera Penale di Capitanata sta facendo tutto il possibile “per sensibilizzare l’amministrazione penitenziaria”. E aggiunge: “Il nostro presidente Giulio Treggiari e tutti gli altri miei colleghi stanno tenendo decine di riunioni da remoto con tutte le altre camere penali del Paese, ma abbiamo un ministro sordo a qualsiasi richiesta di umanità e giusto trattamento – rileva Sodrio –. La nostra unica speranza concreta è che la magistratura di sorveglianza di Foggia e Bari comprenda che questa situazione eccezionale merita soluzioni eccezionali. Ci sono molti detenuti che non sono affatto socialmente pericolosi e potrebbero usufruire già oggi delle misure alternative che abbiamo. Ci vuole coraggio, perchè a nostro parere dal ministro Bonafede non verrà nulla di concreto. La salute è un diritto di tutti, anche delle persone detenute”.

immediato.net