Stanziati da Cassa Ammende circa 3 milioni di euro per la copertura nel 2019 di circa 3.000 sussidi ad altrettanti detenuti selezionati per svolgere lavori di pubblica utilità. È l’accordo che il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Francesco Basentini, ha raggiunto con la Cassa presieduta dall’ex magistrato Gherardo Colombo. Tutti i detenuti coinvolti ricevono un corso di formazione qualificante e dopo un primo periodo di attività gratuita prevista dalla legge potranno ottenere un sussidio finanziato da Cassa delle Ammende. In particolare, a Roma, come annunciato dalla Garante dei diritti dei detenuti della Capitale, Gabriella Stramaccioni “saranno attivati presto sussidi relativi a rimborsi spesa per 150 detenuti di Rebibbia Nuovo Complesso, 50 di Rebibbia penale e 20 dell’istituto femminile. Verranno erogati per l’attività da loro svolta in forma volontaria così come previsto dalla legge. Il sussidio verrà erogato direttamente all’istituto penitenziario di provenienza e finalizzato alle esigenze dei detenuti stessi”.
L’iniziativa si inserisce nel filone che Basentini, appena arrivato al Dap aveva individuato: “Migliorare la condizione di vita del detenuto nelle carceri, trovargli possibilità di lavoro attraverso dei protocolli”. Proprio qualche giorno fa nella Capitale, alla presenza della Sindaca Raggi e del Capo del Dap, hanno preso il via i primi lavori di manutenzione da parte dei detenuti asfaltatori di Rebibbia di alcuni tratti stradali di Roma. A loro sarà affidato anche il compito di riparare le buche, che stanno mettendo a dura prova la pazienza dei romani, sempre sotto il controllo della polizia penitenziaria. I 30 reclusi selezionati e formati da Autostrade per l’Italia al termine riceveranno un attestato professionale per operare in qualità di asfaltatori e manutentori di strade, un volta scontata la pena. Si tratta del primo di dieci interventi di pubblica utilità che saranno svolti nell’ambito del protocollo d’intesa tra Roma Capitale, Dap e Società Autostrade, firmato il 7 agosto scorso.
È nato in questo modo il format “Mi Riscatto per…”, nuovo e moderno esempio di best practice per il reinserimento sociale che, dopo la Capitale, altre città – Milano, Palermo, Napoli, Torino – stanno bissando con successo, dando piena esecuzione all’articolo 20 ter del Decreto Legislativo del 2 ottobre 2018 n. 124, relativo alla riforma dell’ordinamento penitenziario. Seguiranno a breve nuove intese con i Comuni di Firenze, Venezia, Potenza, Bari, Lecce, Catania e Catanzaro. Le Città Metropolitane aderenti al format “Mi Riscatto per…” in particolare quantificano di volta in volta il risparmio ottenuto dal lavoro dei detenuti, così al termine del lavoro di pubblica utilità il recluso otterrà dal Giudice di Sorveglianza la remissione del debito. “Questo – ha dichiarato Vincenzo Lo Cascio, responsabile della Task- force lavori di pubblica utilità – costituisce un passaggio importante per la vita di questa persona una volta che avrà scontato la pena e sarà uscita dal carcere: il debito accumulato con lo Stato per il mantenimento in carcere è infatti una delle cause, se non la principale, per cui il detenuto non cerca un lavoro in regola una volta fuori”. Potrebbe esserci anche un risvolto internazionale: il Rappresentante dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine ( UNODC) in Messico ha scritto al Ministro Bonafede e al Capo del DAP che “‘ Mi riscatto per Roma’ può essere di grande interesse per il Messico e per questo abbiamo intenzione di verificarne la sua trasferibilità”.
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