”Il problema dell’epidemia nel carcere non riguarda e non riguarderà solo il carcere, ma tutti noi. Siamo di fronte al rischio di un’epidemia esplosiva, a un 130 per cento di sovrappopolazione carceraria di media. Significa che ci sono istituti penitenziari che hanno una sovrappopolazione del 150-160 per cento, e non ci sono strumenti sanitari adeguati interni alle carceri. E allora, rispetto ad un’epidemia occorre capire come prevenire l’esplosione di una bomba atomica sanitaria che ricadrebbe sull’intera comunità”. Così il presidente dell’Unione camere penali, Gian Domenico Caiazza, intervenendo a Omnibus la7.
”Occorre prevenire il disastro – ha aggiunto Caiazza – noi come Camere penali abbiamo proposto l’applicazione di una legge che già esiste, ossia far scontare in detenzione domiciliare chi ha un residuo pena inferiore ai 18 mesi, semplificando la procedura dei Tribunali di Sorveglianza. Il Governo ha seguito questo suggerimento ma poi lo ha sorprendentemente condizionato all’applicazione del braccialetto elettronico e tutti sanno che i braccialetti elettronici non ce ne sono disponibili nel numero, nemmeno lontanamente necessario