Il servizio sui braccialetti elettronici – come aveva riferito Fastweb a Il Dubbio – sarebbe dovuto partire da ottobre, ma per far ciò il ministero dell’Interno avrebbe dovuto nominare la commissione di collaudo di tutto il sistema riguardante l’emissione del servizio, quindi l’infrastruttura, la sala di controllo e i device. Questa commissione, però, è stata nominata nei giorni scorsi e quindi il collaudo dovrebbe partire a metà dicembre. Detto in soldoni, il ministero dell’Interno non ha rispettato i tempi in modo da garantire l’entrata in funzione come già programmato. Nel frattempo ci si deve accontentare dei 2000 braccialetti elettronici che sono del tutto insufficienti: liste di attesa per detenuti che potrebbero uscire ma che non lo fanno perché non c’è la disponibilità del braccialetto.
L’ultimo caso riguarda l’ex deputato all’Assemblea regionale Siciliana Raffaele “Pippo” Nicotra, 62 anni, che nonostante il 13 novembre scorso il Tribunale del riesame di Catania gli abbia concesso gli arresti domiciliari, rimane in carcere per mancanza del braccialetto elettronico. «Nicotra sta molto male – afferma l’avvocato Orazio Consolo – e il suo stato di salute è incompatibile con la detenzione. Inoltre è paradossale che non si riesca ad applicare la decisione di un Tribunale perché manca il braccialetto elettronico. Lui resta in carcere a Bicocca e la situazione diventa giorno dopo giorno sempre più preoccupante».
I braccialetti elettronici potrebbero essere facilmente utilizzati per le misure alternative, per le cosiddette sanzioni di comunità, come nel caso di persone che devono scontare pochi mesi. Ci sarebbe un grosso sfollamento delle carceri, visto che il numero dei detenuti sta aumentando in maniera esponenziale. Al 31 ottobre, infatti, secondo i dati aggiornati dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, risultano 59.803 detenuti. Un risultato che fa registrare 9.187 detenuti oltre alla capienza regolamentare che risulta, ufficialmente, di 50.616 posti. L’importanza dei braccialetti elettronici è stata sempre segnalata dalla Camera penale di Firenze. Infatti, come ogni anno, oggi ha indetto una manifestazione – alla quale aderisce anche la Camera penale di Roma -, per dare effettività all’art. 275 bis comma 1 del codice di procedura penale che prevede, appunto, l’utilizzo del braccialetto.
La compagnia telefonica, Fastweb, che vinse la gara d’appalto, fornisce l’intera infrastruttura per il collegamento e il controllo a distanza dei dispositivi, installando presso le abitazioni delle persone sottoposte agli arresti domiciliari le centraline ( base station) collegate al Centro elettronico di monitoraggio che segnalano alle centrali delle Forze dell’Ordine l’eventuale allontanamento della persona soggetta a provvedimento restrittivo dal raggio di copertura. Il ricorso al braccialetto elettronico serve, quindi, non solo a sfoltire le carceri dai detenuti per pene brevi e di lieve entità, ma è utile anche alle forze di polizia che possono evitare di impegnare il personale per visitare e controllare giornalmente i detenuti ammessi a fruire di misure detentive domiciliari. Ricordiamo che ci saranno 1.000 braccialetti elettronici al mese fino a un surplus del 20 per cento, con i relativi servizi di assistenza e manutenzione per 36 mesi.
Avrebbero dovuto già essere in funzione, ma ci vuole il collaudo, e il ministero degli Interni ha nominato la commissione solo qualche giorno fa.
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