Sono arrivate pochi giorni prima di Natale ai bambini della missione ugandese di Apeitolim le mascherine realizzate dai detenuti del carcere di Reggio Emilia con materiale donato dall'associazione Gens Nova. L'iniziativa si deve ad Anna Protopata che dall'inizio dell'emergenza sanitaria si è attivata all'interno dell'istituto per organizzare una produzione artigianale di dispositivi di protezione, quando ancora in Italia erano scarsi se non introvabili. All'appello della volontaria hanno risposto aziende tessili e privati mentre una macchina da cucire è stata donata da una parrocchia del territorio. Immediata anche l'adesione di detenuti che, a titolo di volontariato, hanno cucito mascherine destinate a personale penitenziario, forze dell'ordine e bambini ospedalizzati.
Marco Canovi, il padre comboniano che guida la missione di Apeitolim, ha reso noto alcuni suoi parrocchiani per contraccambiare il dono, ha inviato ai detenuti il ritratto a olio di un bimbo sorridente e un gruppo in ebano rappresentante i componenti della famiglia che ringrazia.
Il laboratorio di Reggio Emilia si avvia ora, grazie alla rete di solidarietà che si è ampliata negli ultimi mesi, a estendere la sua produzione a oggetti artigianali e altri manufatti. (f.g.)